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Reportage

 

Ricordi di un segnale




di A. Acquistapace*

Grazie, grazie al fotografo Viaretti per aver immortalato un mio caro, vecchio ed indimenticabile amico: il segnale di II^ categoria a protezione della stazione F.N.M. – F.S. di Merone, sulla piccola grande linea “LECCO – COMO”.
Ci siamo conosciuti nel lontano Aprile 1955!!!
Più di cinquant’anni sono passati e tu sei sempre al tuo posto (sul tuo stante, con la tua brava ala semaforica, duro e piantato lì come un piolo) a svolgere senza eccepire, senza aderire ad alcuna protesta sindacale, il tuo ruolo di grande responsabilità ed importanza per tutti i treni che passano sotto al tuo braccio di lamiera colorata.

Mi ricordo, quando ragazzino, dal basso guardavo mio padre che con difficoltosa maestria accendeva la tua lampada a petrolio, con stupore ammiravo il fascio di luce rossa che emanavi. Nell’allontanarmi, diventava sempre più piccolo, dandomi l’impressione che anche tu eri vivo con un cuore ed un’anima come noi…
Passarono gli anni, anch’io entrai nella grande famiglia F.S. e ben presto ricevetti l’incarico di ammodernarti un pochino: basta petrolio fumante e puzzolente ma… una bella lampada, una grande lente Freisnell, delle batterie ai tuoi piedi e, tocco finale, un interruttore crepuscolare e come d’incanto diventasti automatico ed autonomo.

Passarono gli anni, mentre lentamente salivo la china della mia breve ma intensa carriera ferroviaria, affidarono alle mie cure anche i tuo fratelli della tratta Molteno – Albate Camerlata, però tu, altezzoso e fiero, non dimostrasti gelosia perché tu sapevi di essere il preferito, "IL PIU’ GANZO" per me.

Anche tu, come noi ferrovieri, avevi bisogno di continue migliorie, così, con la collaborazione dei colleghi F.N.M., ti togliemmo di dosso quella lunga, brutta e fastidiosa trasmissione a filo che ti vincolava come fossi un bizzarro aquilone ingarbugliato tra piante dispettose; la sostituimmo con qualche ruota dentata, un congegno d’ingegneria d’epoca, un motore elettrico riciclato ed un cavo invisibile sottoterra e, come per magia sei rinato alto, agile e snello come nuovo.

Gli anni passavano ed ogni tanto venivo a trovarti, ti pulivo la lente ed i vetri colorati come fossero gli occhiali di un caro vecchietto colpito da miopia, poi un po’ d’olio e grasso sugli sgangherati ingranaggi che per la loro funzione erano precisi come quelli d’un orologio Tissot o Perseo, quelli a cipolla s’intende, tanto decantati ed agognati da noi ferrovieri.
Col prosieguo degli anni, ti cambiai anche il vestito, da un bianco quasi arrugginito ad un grigio perla, un po’ per regolamento ed un po’ forse per distinguerti dalla neve e dalle fredde brinate, come quella in cui t’hanno immortalato!!!

Purtroppo, per un prepensionamento selvaggio e precoce, abbandonai l’opera, lasciando il tuo maquillage incompleto; m’è rimasto il “2” da ultimare, da rifinire, da ritoccare, ma a quell’altezza non è lavoro d’artista bensì d’acrobata. Dalla foto si comprende bene che anche i miei colleghi t’hanno preso con simpatia,  dimostrandosi premurosi, previdenti e forse, per non lasciarti inoperoso in un improvviso acciacco, hanno depositato ai tuoi piedi una cassa di manovra nuova di zecca, da sostituirti ad un tuo primo affanno o segno di cedimento: così avrai pure in cuore nuovo.

Caro vecchio amico, tu che eri presente in quella fredda e gelida giornata del 3 Gennaio 2001, svelami un segreto, aiutami a sciogliere un dubbio: chi era il macchinista che si intravede alla guida di quella rombante e grintosa 668??? Era forse mio fratello Domenico che ci ha lasciato per sempre causa breve ma grave malattia? Sai, anche lui si preoccupava di te; qualche volta, tornando a casa dopo il servizio, scherzosamente mi diceva: “Veh, voi della I.S., quando pulite i vetri a quel segnale che non si vede bene? E già che ci siete, cambiate anche la lampada che forse è meglio. Guardate che l’ala non si apre bene, avete forse inventato il segnale di II^ categoria lampeggiante perché l’ala continua ad alzarsi ed abbassarsi senza fermarsi?”

Caro vecchio amico, noi uomini, noi ferrovieri siamo di passaggio, tu invece sei lì, quasi immortale, ligio al tuo dovere a memoria di tutti noi e dei nostri ricordi e quando il frenetico progresso ti soppianterà, spero tu possa vivere per sempre maestoso e superbo in qualche museo.

 

* A. Acquistapace Ex I° tecnico I.S., Zona CH. 104 I.S. Seregno, responsabile manutenzione impianti di sicurezza dal 1973 al 1995 tratta Molteno – Albate Camerlata della linea Como – Lecco.

 


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