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I fronti

I cicloni mobili (detti anche extratropicali), cioè quelle aree di bassa pressione che talvolta interessano le nostre regioni, accompagnano sempre i fronti, le tipiche perturbazioni che caratterizzano le nostre latitudini ma anche quelle più alte. Da noi si muovono quasi sempre da occidente verso oriente e sono di tre tipi: fronte caldo, fronte freddo e fronte occluso.

Fronte caldo: si trova sempre nella parte anteriore del ciclone, proprio dove masse di aria più calda - più leggere - iniziano ad ascendere lungo la linea che le separa da quelle più fredde. Durante tale scorrimento e sollevamento, l'aria calda tende ad espandersi e a raffreddarsi; in seguito a ciò l'umidità in essa presente si condensa, formando nubi e precipitazioni.
E' proprio per questo motivo che le prime nubi che si notano in cielo all'avvicinarsi di una perturbazione sono dapprima quelle alte come i cirri e i cirrostrati, seguiti solo in un secondo tempo da altostrati e nembostrati.

Fronte freddo: è quella linea che delimita idealmente l'invasione di aria più fredda in zone precedentemente occupate da aria più calda. L'aria fredda passa sotto quella calda e la solleva con violenza determinando il suo raffreddamento e la condensazione dell'umidità in essa contenuta che origina nubi e precipitazioni. La nuvolosità caratteristica del fronte freddo è caratterizzata da stratocumuli, cumuli e cumulonembi e il veloce rasserenamento del cielo è proprio la caratteristica peculiare di questo tipo di fronte. Tuttavia l'aria fredda che segue il fronte si trova a scorrere su aria più calda anche a distanza di parecchie ore dal transito del fronte stesso e ciò genera instabilità, generando nubi cumuliformi e temporali.

Fronte occluso: quando il ciclone è ormai giunto alla fine della sua vita, il fronte freddo (che è più attivo) raggiunge quello caldo al suolo. Quando i due fronti si congiungono si ha proprio il fronte occluso, caratterizzato dalla sovrapposizione di aria fredda e calda. La nuvolosità stratiforme del fronte caldo si somma a quella cumuliforme di quello freddo e si hanno così piogge, rovesci, temporali e grandine.


I fronti

Sulle carte meteorologiche, oltre a questi tre fronti, spesso sono riportate anche le linee di instabilità (solitamente rappresentate da una linea tratteggiata). Cosa rappresentano esattamente?
Sulle aree di bassa pressione l'aria è più fredda e quindi instabile: possono così originarsi perturbazioni secondarie, specialmente quando i contrasti termici sono elevati. La linea che delimita al suolo tale area potenzialmente attiva è detta appunto linea di instabilità. Nubi cumuliformi portatrici di rovesci e temporali a carattere sparso sono proprio i segnali di una zona di instabilità.

 



 
       
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